La notte dei Campioni. Il grande cuore azzurro del Maradona batte forte per celebrare i protagonisti del terzo scudetto. Nella prima domenica del “Maggio dei Monumenti”, Napoli e il Napoli si stringono nell’abbraccio infinito di un popolo innamorato.
Le luci avvolgenti accendono la festa e dipingono il Tricolore nel cielo di Fuorigrotta. I campioni d’Italia sfilano all’americana ed ogni nome è un urlo che scandisce la meraviglia del Trionfo. Un successo storico, atteso, promesso, sognato e conquistato con pathos romanzesco e pregio letterario.
A rappresentare la “Grande Bellezza” di questo Napoli c’è Paolo Sorrentino che esprime la propria emozione prima di introdurre il Presidente De Laurentiis al quale lo lega la doppia passione per l’azzurro e per il cinema.
“Questa squadra è oltre la Grande Bellezza – dice De Laurentiis - questo è uno scudetto che va dedicato a tutti i settori dello stadio e a tutti i tifosi del Napoli che sono nel mondo”
“Quest’anno avrei voluto dedicarvi anche la Champions ma ci proveremo l’anno prossimo”.
Poi il Presidente introduce lo staff dirigenziale: il vice Presidente Edoardo De Laurentiis, l’Amministratore Delegato Andrea Chiavelli e il Direttore Sportivo Cristiano Giuntoli.
“E’ una sensazione meravigliosa – dice Chiavelli - un’emozione unica e impagabile che abbiamo sognato da anni. Questa è la dimostrazione che se si crede nel lavoro i sogni si avverano”.
Tocca a Cristiano Giuntoli: “Stasera ci tenevo a ringraziare Andrea Chiavelli e il Presidente De Laurentiis che 8 anni fa mi hanno chiamato e mi hanno cambiato la vita. Sarà sempre riconoscente ad Aurelio perché mi ha considerato come una persona di famiglia unitamente a Edoardo, Luigi e Valentina. Un pensiero va anche al mio papà che non è più con me”
“Voglio dire ai tifosi del Napoli di non preoccuparsi del futuro perché nelle mani di Aurelio De Laurentiis avrete sempre un futuro grandioso”
C'è anche l’emozione fortissima di Edoardo De Laurentiis. “Una persona anni fa mi disse che avremmo vinto lo scudetto. Questa persona è Cristiano Giuntoli. Siamo andati su e giù per l’Italia lavorando con grande passione. Adesso l’abbiamo vinto per noi e per il popolo napoletano. Forza Napoli!”
Poi arriva il momento della festa e del grande abbraccio tra il popolo azzurro e la squadra, fino a Luciano Spalletti che viene portato in trionfo prima di esprimere le parole del cuore.
"Se siete riusciti a far vincere un campionato anche a me, vuol dire che Napoli è veramente la città dei Miracoli. Se ci fosse un modo per trasformare la felicità e l'amore in energia elettrica, potremmo illuminare tutti gli stadi d'Italia. Grazie Napoli, grazie ai tifosi, siete stati i protagonisti di questa fantastica avventura. Vi volgio bene assai".
E' la notte della festa, è la notte del Maradona con il sorriso del D10S che splende dall'alto. E' la notte dei Campioni che hanno riscritto la storia. E' la notte di Napoli che dopo 33 anni si abbandona all'amore immenso per questo meraviglioso scudetto. Esplodono i fuochi tricolore sulle note di "We are the Champions", del mitico ragazzo della Curva di Nino D'Angelo e dell' inno immortale de "'O Surdato 'nnammurato". I Campioni siamo noi, in tutte le lingue del Mondo.