Al San Paolo arriva il Milan di Leonardo
La terza stagione in Serie A del Napoli di De Laurentiis iniziò a rilento. La squadra partenopea, guidata da Roberto Donadoni, aveva cominciato il campionato raccogliendo solo sette punti nelle prime sette giornate. Arrivò il cambio in panchina e anche l’auspicato cambio di marcia. Walter Mazzarri subentrò alla guida degli azzurri, centrando subito due vittorie, contro Bologna e Fiorentina. Alla 10ª giornata ci fu il primo vero big match casalingo di quel campionato: al San Paolo arrivava il Milan dei vari Pirlo, Seedorf, Pato, Inzaghi e Ronaldinho, anch’esso reduce da due vittorie consecutive in Serie A. Il fermento in città per una sfida di questo calibro era altissima, acuito anche dalla “cura Mazzarri” sulla squadra, che stava dando sin da subito i suoi frutti. Il pubblico napoletano rispose presente e in un mercoledì di fine ottobre 2009 lo stadio di Fuorigrotta si presentava nella sua veste migliore, facendo registrare il tutto esaurito per la sfida ai rossoneri. Anche i precedenti in casa facevano ben sperare: dal ritorno nella massima serie (2007/08), il Napoli era imbattuto al San Paolo contro il Milan in campionato, grazie ad una vittoria per 3-1 e un pareggio a porte inviolate.
Avvio shock, Napoli in doppio svantaggio
L’inizio di partita, però, non lasciava presagire che il Napoli potesse ancora evitare la sconfitta in casa contro il Milan. Ci fu un avvio shock per i padroni di casa, sotto di due gol dopo soli cinque minuti di gioco, a causa delle reti di Filippo Inzaghi (2’) prima e Alexandre Pato (5’) poi. Gli oltre 60mila spettatori presenti allo stadio rimasero attoniti. Un “uno-due” terribile per la squadra partenopea, che prima di quella partita non aveva mai subito due gol in casa nei primi cinque minuti di gioco nella sua storia in Serie A. Gli azzurri, però, nonostante il duro (doppio) colpo ebbero una reazione decisa, gettandosi subito all’assalto della porta presidiata da Nelson Dida e tentando nove tiri nel corso del primo tempo, senza riuscire però a trovare la rete e centrando soltanto due volte lo specchio.
Dalla rassegnazione all’estasi
Ad inizio ripresa il copione della partita non cambia. Il Napoli continua il suo forcing offensivo, producendo in tutto ben 15 conclusioni nell’arco della seconda frazione. Tuttavia, il portiere rossonero era in stato grazia e sembrava quasi imbattibile. Solo considerando la seconda frazione, Dida effettuò ben sei parate, tra cui una sensazionale su Maggio, da poco più di sette metri di distanza, a portiere ormai battuto. Mazzarri doveva pescare dalla panchina per cambiare l’inerzia della gara, mandando in campo Cigarini, Dátolo e Denis, rispettivamente al posto di Pazienza, Campagnaro e Quagliarella. Il Napoli andò alla conclusione altre quattro volte fino all’87’, sbattendo per due sull’estremo difensore brasiliano. La partita giunse al 90’: ci fu un calcio d’angolo per i partenopei, da cui Dátolo scodellò una palla in area quasi alla disperata, che venne allontanata andando in direzione di Cigarini. Il centrocampista azzurro trova una coordinazione magica e da 22 metri disegna al volo una parabola micidiale, che va ad insaccarsi nell’angolo alto alla sinistra di Dida. Una rete del genere mandò in visibilio i tifosi rimasti allo stadio e l’impresa sembrava tutto d’un tratto possibile. Seguirono due minuti di totale assedio azzurro. Nell’ultima azione della gara, Maggio si ritrova un pallone tra i piedi, in area, da posizione defilata. Si reca verso la bandierina, ma facendo una torsione improvvisa riesce a mettere alla cieca l’ultimo pallone “in the box”. La palla giunge al Tanque Denis, che con un colpo di testa in avvitamento spedisce la palla sul palo più lontano, dove Dida non può davvero arrivare. L’argentino corse sotto la Curva B, con tutta la squadra al seguito, a raccogliere l’abbraccio dei tifosi azzurri letteralmente impazziti di gioia. Un pareggio che regalò molte più emozioni di tante vittorie, che i supporters partenopei tuttora ricordano con un sorriso.
Articolo a cura della redazione Opta